Aprire una casa editrice
nel paese che non legge
“Nessuno legge più. I libri sono roba passata, antica, buoni soltanto per ispirare qualche serie tv e film al cinema.”
Questa è la realtà. O almeno, questa è la realtà che hanno presentato ad Armando De Nigris, quando ha deciso di aprire la sua casa editrice.
Infuga Edizioni è un progetto ambizioso, a partire già dal nome. In fuga da cosa? Da un’editoria vecchia, stantia, ma in fuga anche da un mondo di lettori che forse è diventato troppo snob, troppo impegnato intellettualmente per godersi un modo diverso di scrivere, leggere e persino seguire il profilo social di una casa editrice, dissacrante ma senza risultare pretenziosa.
Insomma, una rottura con tutto quello già esistente, cercando di portare la scrittura, la lettura e soprattutto la comunicazione dell’editoria nel nostro secolo, senza continuare a rincorrere i miti ottocenteschi di artisti bohemien, dannati e dipendenti dall’assenzio.
Niente Editoria a pagamento, nessuna casa editrice pomposa e fissata solo sui numeretti del conto in banca a fine mese, né tantomeno guru persi nel fumo mistico di pratiche farlocche. Solo pura passione per le parole e per il marketing, il nuovo tesoro del drago della nostra era informatica.
C’è da dire che, in effetti, di storie assurde negli ultimi anni ne abbiamo sentite tante. Da autori che si approcciano per la prima volta a un mondo che vuole soltanto prendere i loro soldi senza dare risultati in cambio, a comportamenti al limite dell’aristocrazia rinascimentale, dove qualsiasi opera che non può diventare un bestseller mondiale non merita neanche una lettura di prova.
Da queste realtà così tristi, abbiamo assistito all’alba (e al tramonto) del sogno del “self-publishing”, con i vantaggi e svantaggi che conosciamo, sia per autori che lettori.
Il progetto Infuga nasce con veri e propri intenti rivoluzionari. Basta editoria senza dinamicità, concorsi letterari con giurie confuse, libri privilegiati di nomi “importanti”. I ragazzi di Infuga credono che chiunque possa diventare un personaggio e coinvolgere il proprio pubblico, se spinto nella giusta direzione.
Scrivere è qualcosa che possiamo fare tutti, è vero. Ma scrivere e pubblicare qualcosa può avere pochi risultati: o rimanere soltanto un semplice titoletto dalle poche copie vendute, oppure diventare un bestseller amato da molti, coloro che poi diventeranno la “tribù” degli autori.
Infuga è un’antitesi ad un mondo sempre più sconnesso e individualista. La loro soluzione è riunire delle vere e proprie comunità, gruppi di personalità diverse e accomunate dalla passione per la lettura e il modo di affrontare i temi da parte del personaggio principale di ogni storia: l’autore.
Il nome InFuga descrive proprio i concetti appena espressi: in fuga da tutto ciò che c’è già, tutto quello che crediamo sia sbagliato con il modo di fare editoria. Forse, InFuga anche dalla realtà.
Perché in fondo bisogna essere anche un po’ sognatori per rivoluzionare qualcosa.