Gli editori fanno schifoGli editori fanno SCHIFO !

A volte, specialmente quando si gestiscono realtà che tentano di distaccarsi dalle pratiche scorrette comuni del settore, occorre prendere una puntina da disegno e attaccare un foglietto che dica “non siamo solo chiacchiere” sulla nostra grande lavagna digitale.

Se il problema sono gli autori…

Purtroppo sia sul territorio, che sui social, così come in qualsiasi altra occasione sentiamo sempre le stesse storie: autori che arrivano con le pive nel sacco (citando Max), reduci da esperienze con cosiddetti “editori” avveniristici, pionieri di sistemi innovativi, sconvolgenti, senza precedenti, pronti a investire “mille milioni” su un’opera… che semplicemente non fanno nulla. Zero. Rimangono nel nulla come se non avessero pubblicato.

In questi casi però, una volta dissipata l’empatia e l’amarezza, quello che a noi rimane dal racconto di queste esperienze è una domanda spontanea e una riflessione: il contratto è un documento dove tutto è messo nero su bianco, che presagisce un bonifico (sostanzioso), che a sua volta si presume ponga le basi su una fiducia costruita in qualche modo. Ecco, qui è il problema: qual è questo “modo”? Come si può elargire denaro a sconosciuti, solo per poter pubblicare il proprio libro, andando poi dicendo che ci hanno “truffati”?

Ovviamente è una domanda retorica, sappiamo bene le dinamiche scorrette che intercorrono nel settore, ma rimaniamo spiazzati ogni volta.

Sin da quando abbiamo deciso di fare editoria, qui al gruppo De Nigris, abbiamo adoperato tutte le nostre conoscenze di comunicazione e marketing costruite negli anni, fra tutti i membri dello staff.

Questo discorso parte dalla base del gruppo, dal fondatore Armando De Nigris, che ha riempito teatri divulgando informazioni e sapere, senza mai fermarsi dal 1999, anno in cui ha deciso di dedicarsi all’organizzazione di eventi, venendo classificato dalla stampa come “tra i migliori in Italia”. Insomma, per alcuni un visionario, che ha sposato completamente l’ideale di fare bene quello che sapeva fare.

Così, quando il progetto Infuga Edizioni è partito, i conti non erano da fare soltanto su “quanti libri riusciamo a vendere al mercato del pesce”, ma c’era da analizzare una situazione disperata.

Un mercato strapieno, colmo fino all’orlo di libri, i quali quando va bene vendono tre (3) copie e tanto basta agli autori. Un’attenzione scarsa o nulla data alla condivisione, al link building, a tutto ciò che il marketing insegna, sia da parte degli autori che degli editori. Insomma, uno scenario apocalittico.

Come casa editrice “innovativa” non abbiamo preso la prima social manager che abbiamo trovato, schiaffandola a scrivere proclami senza senso, ma ci siamo seduti al tavolo e siamo partiti analizzando i dati statistici al fine di lavorare sul territorio.

Così come un partito politico, anche una casa editrice nasce su un “territorio”, perché nonostante il mondo sempre più globalizzato in cui viviamo, la geolocalizzazione rimane un parametro fondamentale di qualsiasi azienda, specialmente culturale, che deve partire dalle cerchie di “pochi” e divulgare ai “molti”.

Se un autore è “emergente”, l’unica cosa che ne aumenterà sensibilmente il successo è la promozione locale. Che senso ha essere in pianta stabile a Caltanissetta e sponsorizzarsi a Milano senza basi alcune? Si parte dal locale, dal territorio, per poi fare passi verso l’orizzonte, come in un viaggio, un percorso.

A poco valgono le storie social del “grande sogno” e del “libro XXY è realtà”, se questa realtà è sufficiente a malapena per alzare i piedini di un mobile.

Per coloro a cui non piace questo sofismo, la mettiamo in breve: se non ci si fa il culo, non si arriva da nessuna parte. Onesti e brutali. Si parte dal basso, ma non da sottoterra e con un ego spropositato.

Questo è il nostro concetto di editoria e quello che pensiamo, studiamo e divulghiamo. Non accettiamo compromessi.

GLI EDITORI FANNO SCHIFOSì queste chiacchiere sono belle, ma i risultati?

Chi ci ascolta, come Anna Coppola rientrata nella classifica “Bestseller” di Fastbook (che non c’entra nulla con quella di Amazon da ebook a prezzi offerta), o come Franca Marambini, che ormai ha superato le 400 copie in appena due mesi di pubblicazione, i risultati li vedono. Che dire poi di Monica Buonanno, con le apparizioni su emittenti locali nazionali e in Rai, o di Emiliano Brinci che ha saputo utilizzare tanto bene i social da attrarre l’attenzione di cerchie enormi di persone? 

Oppure i nostri prossimi nomi: Cristiana Calone, con il suo “Riconosciuta” e Gaia Zucchi con il suo “La vicina di Zeffirelli”. Chi decide di scegliere De Nigris e abbracciarne i valori, non va certo a vuoto.

Ovviamente abbiamo anche i “solisti”, come Anna Maria Ghedina e le sue decine di articoli, l’attività che ha svolto le ha infatti permesso di raggiungere realtà ben oltre il territorio locale, dove ha comunque ottenuto grandi risultati.

I nostri titoli, a onor del vero, sono sempre disponibili, anche dopo mesi e mesi dalla pubblicazione, per questo non diciamo che il libro viene “stampato se venduto”. Il nostro supporto agli autori non manca MAI, ma è piuttosto la fiducia verso di loro che viene meno quando ci rendiamo conto che non stanno facendo abbastanza, che il loro impegno è quello di qualcuno a cui basta “il pezzo di carta stampata” e non l’effettivo successo. Non siamo “Infuga” soltanto sulla carta, il nostro obiettivo è scappare dalla mediocrità che sembra attanagliare ogni cosa, ogni giorno più di quello prima.