Come capire se un'idea funzionaCome capire se una idea funziona

Quando si scrive una storia, specialmente nella fase iniziale della sua stesura, a volte, soprattutto se si è aspiranti autori, capita di avere la testa infarcita tra mille dubbi: Quello che starò scrivendo è frutto di una buona idea?

Oppure è solo una delle cosiddette idee fantasma, di quelle che vengono e spariscono in un battito di ciglia?

E quindi cosa dovrei fare?

È meglio che cancelli tutto quanto e trovi qualcosa di diverso?

Una lezione molto preziosa è che tantissimi ottimi lavori vanno perduti o vengono trascurati perché gli artisti non sanno come venderli. Una buona idea è tale quando potete convincere qualcun altro che si tratta di una buona idea.

Questo è ciò che le persone intendono quando parlano di idee buone o cattive. Se riuscite a condensare la vostra idea in una sola frase che sia in grado di trasmettere tutto ciò che vi emoziona della storia e vi faccia bramare di scrivere su di essa (ciò che in gergo tecnico si chiama pitch), essendo capaci di gestire lo svolgimento dell’azione, lo sviluppo dei personaggi, allora c’è più probabilità che riusciate a vendere la vostra idea ad agenti, editori e altri professionisti del settore.

Per capire a cosa si stia realmente andando incontro, un primo consiglio che possiamo dare agli autori, in particolare a tutti gli autori emergenti, è quello di fermarsi un attimo a riflettere e lasciare che la propria idea si sedimenti. In che modo? Provando a scorporarla ad esempio, studiandola da punti di vista diversi, cercando di testarla, immaginando un possibile sviluppo che ci convinca.

È importante infatti che la storia poggi su una solida base narrativa. Ma cosa vuol dire solida base narrativa? Cos’è che si intende, con quest’espressione, comunemente usata (e, spesso, abusata) in editoria?

Si intende l’obiettivo che la storia si prefigge di raggiungere, il focus che regge le fondamenta della nostra struttura narrativa.

Questo, però, non basta. Il mercato editoriale comprende un ventaglio di titoli sempre più ampio e (bisogna dirlo) sterminato, per cui è fondamentale anche valutare le potenzialità e gli sbocchi editoriali di ciò che abbiamo in mente di scrivere.

Una storia accattivante ha un enorme vantaggio: quello di differenziarsi dalle altre. Quello di destare nei lettori sorpresa e gradimento. È senz’altro una storia su cui lavorare molto, ma, come ripetuto altre volte, nessuno ha mai detto che scrivere debba essere facile. Appena sviluppata la trama, lo scrittore deve chiedersi: di che parla la mia storia?

È davvero interessante per i lettori?

Riuscirei a leggerla?

Se diventasse un film, quanto sarebbe coinvolgente?

È una storia che merita di essere raccontata? E, soprattutto, è un’idea originale? Per caso esistono già opere pubblicate con un’idea simile, che magari l’hanno affrontata ma in modo differente?

Conoscere il mercato e le collane delle case editrici, come potete capire, è importantissimo. 

Perché col tempo è diventato sempre più difficile trovare una storia capace di catturare l’attenzione del pubblico, sobissato continuamente da valanghe di novità, motivo per cui si dimostra sempre più esigente di fronte ai titoli proposti dalle case editrici (noi diremmo giustamente).

Quindi, cari autori, occorre che vi fermiate un attimo prima di gettarvi nella stesura spasmodica del vostro futuro bestseller e capire quanto la pagina bianca meriti di essere riempita.

Questo vi permetterà di evitare perdite di tempo inutili, che nuoceranno solo alla vostra autostima, scartando un’idea “fantasma” da un’idea che, invece, potrebbe portarvi lontano.